Bissone terra di artisti
Bissone è conosciuto in tutto il mondo per aver dato i natali a uomini illustri della storia dell’arte europea. Il primo a dar gloria al piccolo villaggio rivierasco fu lo scultore Giovanni Bono, autore nel 1281 del protiro a due piani (portico) della facciata del Duomo di Parma. Da allora in poi, intere famiglie di artisti hanno contribuito, per generazioni, alla costruzione e all’abbellimento di chiese e palazzi di tutta Europa, a partire dal XIII secolo. Architetti, scultori, pittori e stuccatori al servizio di imperatori, alti prelati e nobili casati hanno lasciato ovunque testimonianze delle loro capacità creative. Il più noto è certamente Francesco Castelli, meglio conosciuto come Borromini, l’architetto che nel Seicento arricchì Roma di capolavori ineguagliabili. Ma anche altri, con la loro bravura, hanno tenuto alto il nome di Bissone fra le corti europee più prestigiose: i Bono, i Maderno, i Gaggini, i Somaini, i Tencalla, i Garovi, i Garovaglio, i Bussi, i Caliari, gli Orsatti e altri ancora. Uniti in squadre, sovente rinforzate con maestranze provenienti dai comuni vicini o dalla Valle Intelvi, hanno costruito e decorato edifici dall’Italia alla Cecoslovacchia, dalla Spagna all’Ungheria e, durante i saltuari rientri in Patria, le case del paese natale.
I Gaggini
Conosciutissimi in Liguria, in Sicilia, in Francia e in Spagna, i Gaggini lasciarono ovunque testimonianze della loro arte a partire dalla metà del XV secolo. Il capostipite fu Beltrame Gaggini (?-ante 1476), architetto, dal quale discesero Antonio, Pace e Pietro. Giovanni e Antonio furono attivi come architetti e scultori principalmente a Genova, mentre Pace (1460-1525) fu autore di opere superbe alla facciata della Certosa di Pavia, dove lavorò per conto dello zio Antonio della Porta. Recatosi a Siviglia, scolpì il grande monumento alla contessa Catalina de Ribera che si ammira nella chiesa di quella università.
Domenico Gaggini (1426-1492) fu attivo come scultore a Genova, Napoli e Palermo. Ma fu soprattutto in Sicilia che la sua bottega ebbe grande successo e fu portata avanti da figli e nipoti fino al 1750 circa. Essi raggiunsero una notevole fama come scultori, stuccatori e orefici. In particolare, suo figlio Antonello (1478-1536) ebbe grande successo in tutta la Sicilia e nel Sud Italia con la realizzazione di statue, bassorilievi, monumenti funerari e altre sculture.
I Garovi/Garovaglio
I numerosi membri di questa famiglia di artisti coprono un periodo di oltre duecento anni, dall’inizio del Cinquercento alla metà del XVIII secolo. Architetti, scultori, stuccatori, pittori, i Garovi lasciano tracce della loro arte in tutta Europa, dall’Italia al Portogallo, dalla Repubblica Ceca all’Austria, alla Germania, alla Svezia. Costruirono castelli, palazzi nobiliari, battisteri, edifici pubblici, decorarono a stucco facciate, soffitti, cappelle funerarie e affrescarono le volte di chiese e cattedrali.
Il matrimonio nel 1550 circa tra Simone Garove e Simona Allio di Scaria (Valle Intelvi) diede origine al ramo familiare dei Garovaglio. I legami di parentela con membri delle famiglie Tencalla e Castelli (Borromini) favorirono la formazione di squadre, alle quali si aggiungevano, a seconda delle necessità, maestranze dei villaggi vicini.
I Tencalla
I Tencalla operarono perlopiù nel Seicento e nel Settecento, lasciando opere non solo nel paese d’origine, ma in varie province e città europee: in particolare a Vienna (A), Vilna (Lituania), in Moravia, Polonia, Baviera, Veneto, Lombardia, Roma. Fra i membri illustri di questa famiglia di pittori, stuccatori, scultori e architetti, Cristoforo Tencalla (1623-1685) fu certamente un esponente di spicco.
Poco più che ventenne iniziò a dipingere affreschi in Slovacchia e in seguito a Vienna, dove decorò palazzi di famiglie aristocratiche e chiese. La sua notorietà gli procurò il riconoscimento di pittore di corte della moglie dell’imperatore Ferdinando II d’Asburgo. Ricevette in seguito numerose commissioni che lo portarono a operare anche in Moravia e in Ungheria.
Altri membri della famiglia Tencalla si distinsero come architetti: Costante Tencalla (1590-1647) in Polonia, il figlio Giovanni Pietro (1629-1702) in Austria e Repubblica Ceca, il fratello Giovanni Giacomo (1591-1653), a Vienna e in Moravia.